Quando il cardo fiorisce, e la cicala monotona
si perde nelle foglie spandendo il suo poema morbido e corposo,
dalle ali, nelle giornate d’estate sonnolenta,
allora le capre sono in carne ed è impeccabile il vino,
sensualissime le donne, i maschi senza forza
perchè la calura secca muscoli e cervello,
la pelle inaridita dal bruciore. Che avvenenza, quindi,
l’ombra di una grotta, il vino delle isole,
la focaccia con la panna, il latte della libera capretta,
la carne nostrale di vitella non coperta,
di agnello appena nato, e bere vino acceso scintillante,
seduti in ombra, con il cuore compiaciuto del mangiare,
il volto esposto al venticello vivo.
E dissetarsi da una fonte chiara, azzurra, sempre fresca
tre porzioni d’acqua, la quarta di vinello!
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