L’ora legale nasce grazie a Beniamino Franklin nel 1784, quando venne suggerito di anticipare il risveglio nel periodo estivo allo scopo di risparmiare sulle candele, ottenendo quindi notevoli risparmi.
Questa osservazione, in realtà satirica da parte di Franklin, venne ripresa più di cento anni dopo da un astronomo neozelandese, George Hudson, che propose di spostare, nel periodo primaverile ed estivo, gli orologi di due ore in avanti.
Si dovrà attendere fino all’inizio del ‘900, per vedere la realizzazione di una modifica dell’ora nel periodo estivo: il 30 aprile 1916 l’impero austro ungarico organizzò per la prima volta, per i propri territori, la modifica e lo spostamento delle lancette. Da allora questa modalità si diffuse in molti paesi, fino alla crisi energetica del 1970.
Reimpostare l’orario godendo di un maggior numero di ore di luce nel periodo primaverile ed estivo consente alle persone una migliore gestione delle attività quotidiane, potendo disporre di una giornata che viene percepita “più lunga”, mentre, alle nostre latitudini, nel periodo invernale, significherebbe disporre di un’ora in meno di luce all’inizio della giornata.
I sostenitori dell’ora legale affermano che le persone tendenzialmente preferiscono disporre di un maggior numero di ore di luce fruibile verso la fine della giornata, oltre l’orario canonico di lavoro, dalle nove alle cinque del pomeriggio, e si sostiene anche la possibilità di un maggiore risparmio energetico, ma questo elemento è molto confutato.
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